L’efficacia della tiroidectomia nella malattia di Graves. Una metanalisi


L’intervento chirurgico della malattia di Graves è stato abbondantemente sostutuito nella prima parte degli anni 90 dal radioiodio e dai farmaci antitiroidei, perché ritenuti più sicuri ed efficaci.
Da allora sono state introdotte nuove tecniche operatorie.
I Ricercatori del Dipartimento di Chirurgia del Baylor College of Medicine (Houston, Texas, USA) hanno compiuto una meta-analisi finalizzata a determinare l’efficacia totale sia della tiroidectomia totale (TT) che subtotale ( TS) per la malattia di Graves, comparare la funzione tiroidea e la percentuale di complicanze del TT e del ST, e determinare le dimensioni della tiroide rimanente.
Sono stati identificati 35 studi per un totale di 7.241 pazienti. Il periodo di osservazione medio è stato di 5,6 anni.
L’ipertiroidismo persistente o ricorrente si è presentato nel 7,2% dei pazienti.
Non si è avuto ipertiroidismo nei pazienti (n= 538) a cui era stata eseguita la tiroidectomia totale.
La tiroidectomia subtotale è stata invece eseguita in 6.703 pazienti, il 59,7% dei quali ha raggiunto l’eutiroidismo, il 25,6% sono diventati ipotiroidei, ed il 7,9% hanno invece presentato ipertiroidsimo persistente o ricorrente.
Danno permanente del nervo laringeo si è avuto nello 0,9% dei pazienti con tiroidectomia totale e nello 0,7% dei pazienti con tiroidectomia subtotale.
E’ stata osservata una riduzione dell’8,9% di ipertiroidismo ed un aumento del 6,9% nell’eutiroidismo per ciascun grammo di tiroide rimanente.
In conclusione: la tiroidectomia ha trattato con successo l’ipertiroidismo nel 92% dei pazienti con malattia di Graves.

Palit TK et al, J Surg Res 2000; 90: 161-16


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